Forno Operaio Agricolo di Orbassano

Il Forno Operaio Agricolo nasce nel lontano 1925, grazie alla testardaggine dissenziente

di soli 18 Orbassanesi, passati poi a 27 nella rifondazione del 1932 (l’acquisto dell’attuale sede avvenne nel 1926 per £ire 18mila) che, non accettarono di sottostare alle imposizioni dei panificatori locali che, interrompendo una tradizione secolare, pretendevano che i contadini vendessero il grano ai panificatori

stessi, per poi acquistare il pane a prezzo pieno, derivandone un forte guadagno per i panificatori ed una

iattura per contadini ed operai. Altra motivazione, per giustificare questa  “rivoluzione”, era di tipo tecnico: le farine prodotte dai locali mulini, non garantivano una resa ottimale, come quelle prodotte dai mulini a cilindri, dove si servivano loro!!! 

I Soci Fondatori, contadini ed operai, vollero quindi continuare a lavorare e cuocere le loro farine, prodotte macinando il proprio grano, frutto di tanto sudore e immensa fatica. 

Nasce come Cooperativa, in quanto siamo in piena era Fascista, quindi non era più possibile fondare delle Società di Mutuo Soccorso, nel ’32 si chiamò: “Società Anonima Cooperativa Forno Operaio e Agricolo”, iscritta al Ente Nazionale delle Cooperative, appena istituito dal Fascismo.

Il periodo fin’ora preso in esame (il periodo denominato della: “Battaglia del grano”, datato 1925), fu una campagna lanciata durante il regime fascista da Benito Mussolini, allo scopo di perseguire l’autosufficienza produttiva di frumento in Italia, nell’ambito della politica “Autarchica”, che giudicava, questa fondamentale fonte alimentare per la nazione, obbligatoriamente prodotta sul suolo patrio e non proveniente dall’estero. 

In quell’anno (1925), il Regno d’Italia risultava importatore netto, di 25 milioni di quintali di frumento, su un consumo totale di 75 milioni di quintali. Incominciarono quindi a seminare il grano ovunque, anche nelle piazze, nei cortili e nelle aiuole di casa, ancora oggi si vedono dei filmati dove, il Duce a petto nudo, faceva il trebbiatore…

Tale testardaggine dei soci fondatori summenzionata, oltre ad essere encomiabile è stata altresì suffragata da spirito imprenditoriale, lungimiranza e potenziamento della tradizione dei forni di borgata, nati nel medio evo ottimizzata con la cooperazione fra operai e agricoltori, di tipo misto tra produzione e consumo. 

Furono altresì scaltri poiché, pur approfittando del periodo favorevole all’utilizzo e valorizzazione del grano autoctono, misero come si suole dire: “le mani avanti”, precisando all’art. 3 dello Statuto che la Società era:  “… assolutamente apolitica, avendo solo carattere economico”,

molto prudentemente ed a scanso di equivoci!!!!

Giova ricordare che il pane, fino agli anni 60 del Secolo scorso era considerato un alimento primario, mentre oggi solo l’82% degli Italiani consuma giornalmente il pane, siamo passati da consumi giornalieri di pane: dai 900/1000 grammi procapite del 1925, ai 120/125 grammi odierni.

Il Forno è sempre stato in via dei Mulini, al n° 23, in questa via esistevano ben due mulini, “cul ‘d zura” e “cul ‘d suta” (quello di sopra e quello di sotto), rispetto allo scorrere della bialera, la cui acqua fungeva da forza motrice per entrambi.

I mugnai, su ordine dei clienti, portavano le farine al forno, il gestore le panificava per i soci e la comunità, i soci avevano un libretto di carico e scarico della farina e del pane, secondo le seguenti regole:

– Per ogni quintale di farina, si aveva diritto a 120Kg di pane, pagando la cottura (la coeita).

– Per ogni quintale di farina, si aveva diritto a 100 Kg di pane, senza pagare la cottura.

In tutti questi anni forieri di mille vicissitudini: una guerra mondiale devastante, alti e bassi sia economici che sociali, si è verificato che lo zoccolo duro dell’associazionismo e le tradizioni della cooperazione e della solidarietà ha permesso che il patrimonio, sia immobiliare che culturale della “Società Cooperativa a Resp. limitata Forno Operaio e Agricolo di Orbassano” sia giunto fino ai giorni nostri.

Nell’anno 2005, il 19 Aprile, questa Cooperativa si è trasformata in Società di Mutuo Soccorso, anche perché, secondo la legge sulla “Riforma del diritto Societario” (ex Dlgs n° 6 del 2003 cui legge Delega n° 366 del 2001, “legge Vietti”), non effettuava più vera e propria “Cooperazione”, si è potuto così salvare, ancora una volta, cotanto patrimonio!!

Forse si è raggiunto, l’antico e ancestrale progetto di quei 18 soci fondatori, che se non fosse stato per il Fascismo, avrebbero fondato una Saoms, Società Agricola Operaia di Mutuo Soccorso . 

Con vero e marcato orgoglio, possiamo affermare che nell’attuale C.d.A., composto da nove persone, ben cinque, fino al 2018 ed ora tre sono discendenti diretti di quegli indomiti, della rifondazione del lontano 1932.

Il patrimonio immobiliare, della “SMS Forno Operaio Agricolo di Orbassano”, consiste quindi di: un negozio di panetteria e la nostra sede sociale, al piano terreno, un appartamento di tre vani e servizi, al primo piano ed una cantina nel piano interrato.

Inoltre, all’interno del cortile, in fondo, un laboratorio utilmente attrezzato (pastino) ed il forno, per la

produzione del pane e tutti gli altri prodotti correlati, nonché un vasto magazzino. 

Al primo piano, sopra al pastino, c’è il fienile, dove un tempo si immagazzinavano le fascine, per scaldare

il forno a legna.

Passiamo ora a trattare il presente, quello che è occorso dopo la trasformazione in Soms.

Siamo utilmente inseriti nella FIMIV, nel Coordinamento Regionale Piemontese delle Soms, nella Consulta

Soms e Coop ex Soms delle valli Susa e Sangone, nonché nella Consulta Socio Culturale e del Volontariato del Comune di Orbassano.

Stiamo fornendo una mutualità diretta, verso i Soci, attingendo dal “Fondo Mutualità”, opportunamente istituito già dal 2006, oltre che servirci della “Mutualità Mediata”, tramite altra grande SOMS all’uopo attrezzata e convenzionata: “Cesare Pozzo”.

La nostra Soms interviene direttamente verso i propri Soci e famigliari, pagando l’aggiunta di famiglia,, oltre allo sconto del 20% su tutti i prodotti da forno, approntati dal nostro Panettiere, previa versamento di un contributo annuale allo stesso, fornendo

i seguenti servizi di Mutualità diretta:

– Assegno funerario, agli eredi od aventi diritto, in caso di morte del socio.

– Borse di studio, rispettivamente: 50,100, 150, 200 e 300 Euro, per conseguimento di: Lic. Elementare, Lic Media Inferiore, Diploma di Media Superiore, Laurea Breve  e Laurea, da parte dei soci e/o figli di soci (a carico), ed in regola con il pagamento delle quote aggiuntive previste per i famigliari.

Inoltre, viene elargito un Sussidio/Contributo per le notti passate in ospedale, massimo 6 all’anno, 20 €uri a notte.

Agiamo altresì nel campo  della Medicina Preventiva, con Medici specialisti, a cui viene remunerata la giornata e precisamente con visite gratuite di: Oftalmica, Ortopedia, Prevenzione dell’ICTUS Cerebrale, Cardiologia, Dietologia, Psicologia, Melanomi e malattie della pelle, Audiometria e ricerca Acufeni, Vascolari per la prevenzione delle Arteriopatie, Otorino-laringoiatriche,  etc.

Dal 1° novembre 2010 poi, in accordo con l’Ufficio Casa del Comune, secondo i dettami del progetto Regionale: ”Nessuno è un’isola”, ed a seguito di Nulla Osta del Sindaco, è stato ceduto in affitto, con un contratto previsto dai “Patti territoriali in deroga”, ad un cittadino Orbassanese in emergenza abitativa, diventato poi nostro Socio. 

Inoltre,si organizzano Gite, almeno tre all’anno di cui una “Sociale”,  il “Pranzo Sociale” e la “Merenda Sinojra”, incontri culturali, mostre, presentazione libri, etc.

In conclusione, visto quanto sopra, frutto di 100 anni di storia di cooperazione e associazionismo, vissuto in questa realtà locale, dai nostri nonni, padri ed ora da noi, possiamo affermare che una nuova stagione di

Solidarismo, inclusione sociale e mutualità è già cominciata, poiché abbiamo molto da trasmettere ai nostri figli ed alle generazioni future.